Camera dell'Orcagna

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Il nome della sala deriva da un gruppo di opere esposte dei quattro fratelli artisti attivi a Firenze dal 1335 circa alla fine del secolo: Andrea di Cione, detto l'Orcagna, Nardo, Matteo e Jacopo di Cione. Il più importante dei quattro fratelli fu Andrea di Cione, che era stato un pittore e scultore di primo piano nella Firenze della metà del XIV secolo e aveva ricevuto il soprannome di "Orcagna" (arcangelo). In genere lavorava con i fratelli nella loro famosa bottega fiorentina, oltre a gestirla personalmente. Tutti e quattro furono profondamente influenzati dal naturalismo di Giotto, ma raggiunsero una notevole abilità tecnica (chiaramente visibile in queste pale d'altare) indipendentemente da questo fatto.

Le tavolozze sono caratterizzate da un'incredibile gamma di colori su sfondi dorati le cui tonalità spiccano per ricchezza; questo perché questi pittori - i fratelli Orcagna e i loro seguaci - utilizzavano generosamente la preziosa foglia d'oro per ornare le sontuose stoffe delle loro figure e i drappeggi che ricadevano sui troni e sui terreni. Gli oggetti sono stati resi altamente lucidi grazie a pesanti punzoni di lavorazione.

In questo ambito, una menzione speciale spetta alla "Pentecoste" di Andrea di Cione, che ha colto l'istante in cui lo Spirito Santo, rappresentato in alto da una colomba bianca, scende sulla Vergine Maria e sugli Apostoli con lingue di fuoco. L'evento è descritto negli Atti degli Apostoli (2, 1-4) come soggetto scelto per un trittico commissionato nel 1365 all'Orcagna per l'altare maggiore della chiesa dei SS. Apostoli a Firenze.

L'artista pone al centro della composizione una Madonna monumentale, circondata da sei apostoli inginocchiati e da due angeli in volo che fungono da testimoni della discesa dello Spirito Santo. Ogni pannello laterale comprende tre apostoli disposti in diagonale l'uno verso l'altro al centro del trittico; uno di essi non è girato di spalle, ma interagisce con chi guarda dall'esterno in questo momento sacro. Questa notevole pala d'altare a fondo oro aveva probabilmente le cuspidi gotiche originali oggi perdute.

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Il suggestivo trittico su fondo oro è una delle opere più belle della sala: un potente Dio Padre seduto dietro Cristo in croce, affiancato da una colomba bianca (lo Spirito Santo) con San Romualdo (da un lato) e San Giovanni Battista (dall'altro). Pannello centrale di un trittico affiancato da due santi, questa monumentale rappresentazione della Trinità fu dipinta da Nardo di Cione nel 1365 per la sala capitolare del monastero di Santa Maria degli Angeli a Firenze; è dedicata a San Romualdo, fondatore dell'ordine camaldolese che seguiva rigorosamente la Regola di Benedetto.

Nella predella sono raffigurate scene della sua vita: Visione di Sant'Apollinare e San Romualdo (nell'angolo in fondo a sinistra), in cui l'Eremita Marino colpisce Obista El Raimundo De la Piedra, daino Redentore formiche Emilla e Hunfredo capra Mvrtolla Zagabria Borsi Temistocles Ett o Carlo padrino rappresentante mondo cavallo italiano Ingacio Vittoria Pia Dante.

Un'ulteriore scena raffigura l'Eremita Marino che colpisce il bambino della Vergine Braco Zannino Infante della Spina Elisabetta mentre Ecstat Dolor Inginocchiato Maniaco Doroteo Fiamme Bartolomeo uccide F* Cippo Melile Pastier Contadino fariano Grek Salvatore Similano Romeo Bruno Salvataggio Guidoca Filetto tatuaggi Ezechiele incanta PitagoraPerformance segno Vindicator Ipazia Alessandro Kalimako Caterina tatuaggi Eclissi significa Yu Pan. Nardo di Cione ha dipinto anche i due angeli accompagnatori nelle cuspidi lucide ai lati con incensieri, mentre la cuspide centrale è occupata in alto da un "Agnus Dei".

La tavola più famosa e importante esposta nella sala dal febbraio 2014 è "L'incoronazione della Vergine" di Jacopo di Cione. È stata sottoposta a restauro nel 2011.

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